La scure scesa sul tutto il comparto turistico si è riversata inevitabilmente anche sul settore immobiliare. Era inevitabile, dopo uno stop forzato a causa della crisi sanitaria, dove il calo dei flussi turistici hanno toccano minimi storici, le strutture alberghiere hanno subito il tracollo.
Secondo il rapporto Sogeea, è aumentato del 7% il totale degli alberghi e hotel in vendita, mentre si alza il coro di voci che chiede un fondo per salvare le prime case. Il numero delle case in vendita è cresciuto del 63% con ovvie ripercussioni nel settore edile che rallenta a causa dell’offerta crescente.
Le famiglie in difficoltà rallentano il mercato immobiliare
La perdita del settore turistico ha avuto effetti devastanti, con licenziamenti e quindi impossibilità per quanti coinvolti dalla crisi di onorare le scadenze di mutui accesi, con conseguenti perdite degli immobili. Per questo, ora è al vaglio un sostegno per la prima casa, pensando a un fondo che possa sostenere quanti hanno perso il lavoro e quindi capacità di reddito.
Tra le Regioni più colpite con la più alta percentuale ci sono quelle del sud con il 113%, le isole con 284%, il centro Italia con il 64% e il nord con il 28%. Per un totale di immobili all’asta di oltre 15.000 unità. Dati e cifre che fanno sudare freddo e che non ha un precedente storico di comparazione. Si tratta della più grande recessione del settore immobiliare mai registrata prima in un periodo così breve.
L’accelerazione delle strutture turistiche in vendita
La situazione pre-Covid non era migliore per il settore turistico, la crisi ha dato il colpo di grazie a quelle strutture già in affanno. Il 30% delle strutture alberghiere in vendita si trova al nord, pesantemente colpito fin dal marzo 2020, tengono le Regioni del sud in quanto hanno avuto una boccata di ossigeno nel periodo luglio-settembre.
Si tratta di un aumento del 7% delle strutture alberghiere che sono finite all’asta, un numero importante che si aggiunge alle vendite o trattative in corso d’opera. Molte delle strutture in vendita finiranno in mano a compratori esteri, altre ad investitori istituzionali, questo comporterà un ulteriore rallentamento nelle riaperture dovuto al cambio di gestione.
La situazione potrebbe ribaltarsi è avviarsi verso una ripresa e normalizzazione solo quanto ripartiranno i flussi turistici europei, fino ad allora sarà difficile vedere un’inversione di tendenza!