È stato da poco varato il Decreto Liquidità. Secondo grande intervento dopo il Cura Italia, il decreto liquidità mira a fornire una serie di strumenti a sostegno delle imprese.
Si tratta di un impegno senza precedenti messo in atto dallo stato per far fronte ad una crisi anch’essa senza precedenti. Imprese e liberi professionisti messi in ginocchio dall’emergenza sanitaria avranno un aiuto concreto dallo stato per superare questa fase, in attesa di poter ripartire.
Con il nuovo decreto sono stati messi in campo 400 miliardi di euro in totale, suddivisi tra mercato interno (200 miliardi) ed export (200 miliardi).
Come descritto dal premier Conte, si tratta di una vera e propria “Potenza di fuoco” soprattutto se sommata agli stanziamenti del precedente decreto Cura Italia. Una serie di interventi volti a garantire liquidità alle imprese e a tutelare il mercato interno così come l’export. Un intervento mirato per non soccombere e per facilitare la ripresa.
Il decreto Cura Italia aveva previsto delle misure di natura economica a sostegno di PMI e partite iva. Il nuovo decreto invece prevede un intervento sostanziale per garantire liquidità a tutte le categorie che sono state toccate dalla crisi in atto.
Misure fiscali
La prima azione è quella della sospensione di vari pagamenti fiscali e contributivi con scadenza tra aprile e maggio secondo quanto segue.
- Sospensione di IVA, ritenute e contributi sospesi per chi abbia avuto un calo di fatturato. Per accedere bisognerà aver avuto un calo del 33% per fatturati sotto i 50 milioni e del 50% sopra tale cifra. I residenti delle 5 province più colpite (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza), godranno in ogni caso della sospensione se avranno un calo del fatturato di almeno il 33% a prescindere dalla soglia di fatturato.
- Chi ha iniziato l’attività al 1° aprile 2019 sarà in ogni caso esonerato dai suddetti versamenti
- I versamenti saranno dovuti a partire da giugno, con la possibilità di rateizzarli in cinque rate.
Fondo centrale di garanzia per le PMI
Per le aziende che ne faranno richiesta, sarà possibile accedere al credito avendo lo stato come garante. Le aziende potranno infatti, attraverso i soliti canali, richiedere dei prestiti per affrontare le spese inderogabili di questo periodo, senza fornire garanzie.
Il fondo centrale risolverà il problema delle molte aziende che non possono fornire garanzie adeguate per i prestiti. Offrirà infatti garanzie pubbliche ai finanziamenti concessi dalle banche e da differenti soggetti finanziari.
Il fondo fornirà le seguenti garanzie:
- Su prestiti fino a 25mila euro, darà una garanzia al 100% senza valutazione del merito di credito.
- Su prestiti da 25mila a 800mila euro darà una garanzia al 90% con valutazione del merito di credito. Tale garanzia salirà al 100% se intervengono anche i Confidi.
- Su prestiti da 800mila a 5 milioni di euro darà una garanzia al 90% con valutazione del merito di credito.
SACE garanzia per le grandi imprese
Per le grandi imprese invece sarà la società SACE, che si occupa di servizi finanziari per le aziende a fornire la garanzia. Attraverso SACE si forniranno garanzie a coprire tra il 70 ed il 90% dell’importo richiesto da aziende che abbiano attività produttive localizzate in Italia.
- Imprese con un fatturato inferiore a 1,5 miliardidi euro e meno di 5mila dipendenti in Italia. È prevista una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia e una copertura del 90%
- Imprese con oltre 5mila dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro. È prevista una copertura dell’80%
- Imprese con fatturato sopra i 5 miliardi. È prevista una copertura del 70%.
Golden power
Ulteriore elemento di tutela inserito nel decreto è il Golden Power, voluto dal Premier per tutelare le imprese strategiche. Il governo, grazie al Golden Power si pone quale controllore dei settori vitali per la sopravvivenza del paese.